Miti e Leggende

La Sibilla Appenninica: dall’antica Grecia ad oggi

Sul significato etimologico del nome "Sibilla" esistono tante e diverse ipotesi spesso discordanti fra loro. Un exersus a cura di Basilio Millozzi

Sul significato etimologico del nome “Sibilla” esistono varie ipotesi spesso discordanti fra loro. Le Sibille fanno la loro comparsa nella Grecia del X-IX secolo a.C. e importate poi dalla cultura romana. Erano delle profetesse, che ispirate da un dio, in genere Apollo, davano dei responsi in forma criptica ed avevano poi bisogno di essere interpretati. Da qui il modo di dire “sibillino”, ossia il parlare in una forma non subito comprensibile.

Cover foto: Museo della Sibilla

Oggi di Sibille, attraverso la letteratura mitologica ed il mondo dell’arte, ne sono giunte a noi molte, almeno una trentina; le più importanti sono le dieci che elencò il letterato romano Marco Terenzio Varrone (116 –27a.C) e sono: Persica, Libica, Delfica, Cimmeria, Eritrea, Samia, Cumana, Ellespontina, Frigia e Tiburtina.

Ma né in questo elenco, né fra tutte le altre, troviamo quella dei nostri monti che da circa un secolo è stata definita Sibilla Appenninica. Secondo alcuni autori sarebbe una migrazione di quella Cumana, altri dicono della Tiburtina.

Ma anche se la Sibilla Appenninica non è presente nella letteratura antica, noi abbiamo un monte con la sua grotta che sin da tempi remoti ha fama di aver ospitato una Sibilla, o perlomeno il suo mito.

Essendo una grotta d’altura, era sicuramente conosciuta sin dall’era preistorica e il ritrovamento che ho fatto nel 1999 di una piccola cuspide in bronzo, riproduzione di un’arma ad uso votivo, attribuita dalla Soprintendenza ai Piceni e datata IX secolo a.C., fa pensare che almeno in quell’epoca vi fosse un luogo di culto.

A far conoscere in tutta Europa il Monte Sibilla, all’epoca chiamato Monte di Norcia, e la Grotta, è stato di sicuro il romanzo cavalleresco “Guerino detto il Meschino”, scritto intorno al 1410 da Andrea da Barberino, a cui dedica tutto il quinto capitolo del volume.

Ad accrescerne ulteriormente la fama contribuisce inoltre “Le paradise de la reyne Sibylle”, scritto dal cavaliere francese Antoine de La Sale tra il 1437 e il 1442 e dato elle stampe a Parigi nel 1522. Fu un resoconto del suo viaggio presso la Grotta della Sibilla fatto alcuni anni prima, il 18 maggio del 1420, su richiesta di Agnese di Borgogna (duchessa di Borbone) che ne chiedeva notizie visto che aveva in casa un arazzo raffigurante i nostri monti.

Ma come fosse presente in Francia un arazzo raffigurante i “Monti Sibillini” e la frequentazione della Grotta da parte di cavalieri provenienti da vari paesi prima di tali date, ci è ancora sconosciuto. Di certo le presenze dovevano essere numerose, al punto che nel 1452 tutta la popolazione e le autorità del Comune di Montemonaco, venne scomunicata e poi assolta dal giudice della “Marca Anconitana”, per aver aiutato i cavalieri che arrivavano dalla Spagna e dal Regno di Napoli a praticare l’alchimia e consacrare libri magici “ad lacum Sibyllae”, come attestato da una pergamena dell’Archivio Storico Comunale.

Da quel periodo in poi cambia anche la reputazione della Sibilla, tanto che “la savia Sibilla” di Andrea da Barberino diventa verso la fine del ‘500 “l’Incantatrice Alcina”, “l’ammaliatrice”, e le sue ancelle, che una volta insegnavano alle giovani la tessitura e l’arte del ballo, diventano corruttrici delle virtù dell’uomo.

Dopo anni di oblio, fra la fine dell’800 e l’inizio del secolo successivo, vari personaggi si occuparono della Grotta della Sibilla; Pio Rajna filologo – letterato (1847 – 1930), Gaston Paris filologo – medievalista (1839 – 1903), Fernand Desonay filologo – letterato (1899-1973), Domenico Falzetti storiografo – musicista (1896-1966).

Quest’ultimo, tenterà per tre volte lo scavo della grotta (1920 – 1925 – 1930) ma sempre con lo stesso deludente risultato. Nel 1946 il geologo Cesare Lippi Boncambi elaborò la prima relazione ufficiale sullo sviluppo ipogeo della grotta della Sibilla, e ne diede la seguente descrizione:

“L’ingresso A comunica attraverso un breve corridoio inclinato con lo stanzone alto m.3,80 e largo da m.2 a m.6, che costituisce la parte centrale della grotta avente una lunghezza totale di m.10. Al fondo dello stanzone si nota nella roccia un breve pertugio B, dal quale si torna all’esterno mediante un cunicolo scoperto”.

Negli anni a seguire furono effettuati altri tentativi di scavo, ufficiali e non, con l’unico risultato di compromettere il precario equilibrio del sito, tanto che fra gli anni ’50 e ’60 l’ingresso della grotta crollò.

Nel periodo che va dal 1950 al 1953 fu asportata una delle scritte riportate da Antoine de La Sale nel Paradiso della regina Sibilla dove era inciso il nome di uno dei cavalieri che lo aveva preceduto di quasi un secolo nella grotta della Sibilla. Nell’autunno del 2000 il Comitato Promotore “Grotta della Sibilla Appenninica”, con il patrocinio della Soprintendenza Archeologica delle Marche, e la partecipazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Camerino, promuove indagini geologiche e geofisiche sulla “Grotta della Sibilla”.

Sono stati effettuati rilevamenti geoelettrici e georadar che hanno confermato l’esistenza di un vasto complesso ipogeo alla profondità di 15-18 metri sotto il piano di campagna, fatto di cunicoli e cavità per una lunghezza di circa 150 metri.

Oggi il nome “Sibilla” viene usato e abusato per qualsiasi cosa, ma continua a mancare nel posto suo più appropriato, nei  pressi della grotta su un degno cartello. Nessuna istituzione si è mai interessata a valorizzare questo luogo al punto che, una larga parte degli innumerevoli escursionisti che si recano sui nostri monti ignorano l’esatta ubicazione del sito.

Un’ opportuna cartellonistica  dovrebbe mettere in evidenza e valorizzare questo luogo “magico”, meta in passato di cavalieri provenienti da ogni dove, che ha ispirato romanzi, poemi,  e tema di racconti dei cantastorie.

Magic Mountains è un progetto divulgativo per scoprire la magia dei Monti Sibillini e il suo ricco patrimonio culturale, fonte inesauribile di storie, miti e leggende entusiasmanti. Se sei un esperto di questi temi, condividi con noi la tua storia scrivendoci a info@magicmountains.it