Miti e Leggende

Guerino detto il Meschino

Epica cavalleresca e romanzo popolare: tutto quello che c'è da sapere sul Guerin Meschino e il suo legame con la Sibilla

Guerino è il nome con cui l’autore chiama il protagonista del suo romanzo, che cambierà a seconda delle edizioni in altre tre versioni, Guerrino, Guerin, Guerrin.

Fu scritto intorno al 1410 da Andrea figlio di Jacopo di Tieni de’ Mengabotti da Barberino Val d’Elsa, meglio conosciuto come Andrea da Barberino, nato circa nel 1370 e morto dopo il 1431. Era maestro di canto, scrittore, traduttore di romanzi cavallereschi soprattutto francesi e cantastorie nelle piazze.

Cover foto: illustrazione del Guerrin Meschino

Il racconto ha molti elementi del genere letterario epico della “chanson de geste”, che ebbe origine nel nord della Francia e si diffuse ben presto in tutta Europa tra la fine dell’XI e il XIII secolo. Si tratta di un romanzo cavalleresco che sconfina nella fiaba, dove il suo personaggio, Guerino, figlio di Milone re di Durazzo e della moglie Fenisia, viene rapito dai pirati e venduto poi all’imperatore di Costantinopoli come compagno di giochi di suo figlio. Crescendo, il ragazzo si innamora di Elisena figlia dell’imperatore, ma non potendo pretenderne la mano poiché era di umili origini (per questo soprannominato Meschino) e non sapendo nemmeno chi fossero i suoi genitori, decide di partire per andare alla loro ricerca. Gira buona parte del mondo allora conosciuto compiendo gesta eroiche, finché un giorno incontra in una piazza un vecchio saggio che gli confida

… nel mezzo dell’Italia è  ancora viva una Sibilla, che vivrà fino alla fine dei giorni del mondo e che è lei l’unica che può rispondere alle sue domande”.

Nel libro quinto del romanzo Guerino arriva sui Monti Sibillini, all’epoca chiamati Monti di Norcia, e come l’autore stesso scrive a domandare della savia Sibilla.

Il lettore moderno non troverà quasi mai scritto “Sibilla” poiché, a partire dall’edizione del 1589, viene sostituita ad opera dell’inquisizione con fata Alcina, incantatrice, ammaliatrice.Entra nella grotta superando non poche difficoltà e viene ricevuto da tre ancelle che lo accompagnano al cospetto della Sibilla a cui chiede notizie riguardo i suoi genitori. Riuscirà a sapere solo che sono ancora vivi, e niente più. In quel mondo sotterraneo non è tutto così idilliaco, infatti i suoi abitanti ogni venerdì a mezzanotte si trasformano in serpenti e in altre creature mostruose per poi riprendere le loro sembianze alla mezzanotte del sabato. Passa il tempo e Guerino chiede di nuovo notizie sulle sue origini, ma dopo l’ennesimo rifiuto della Sibilla e trascorso quasi un anno, termine ultimo per abbandonare quel mondo, esce dalla grotta e si reca a Roma per chiedere perdono al Papa.

Le edizioni più interessanti e di pregio sono naturalmente quelle più antiche.

Sono stati trovati finora diciassette manoscritti, dodici incunaboli e sedici cinquecentine (Mauro Cursietti, Editrice Antenore, 2005).Il più antico è un manoscritto del 1462 (in una collezione privata), seguito da altro manoscritto datato 19 giugno 1468 conservato nella Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, ed ancora 1472, Manoscritto, presso la  University of Pennsylvania Library. La prima copia a stampa è stata impressa a Padova il 21 aprile 1473.

Tullia d’Aragona, cortigiana, poetessa e letterata, 1510-1556, ne compone una versione in ottava rima traducendo un’edizione spagnola, ignorando l’esistenza dell’originale di Andrea da Barberino, verrà data alle stampe nel 1560

L’invenzione della stampa ha sicuramente contribuito a far conoscere il romanzo in tutta Europa soprattutto in Francia e Spagna. La prima edizione spagnola è stata impressa a Siviglia nel 1512, tradotta da un’edizione francese.

Di pari passo si diffonde anche la fama per la Sibilla e la sua grotta. Nell’edizione di Venezia del 1477 viene citata anche nel frontespizio  del libro, stessa cosa per l’edizione di Siviglia del 1548 dove troviamo scritto “…monte di Norcia dove sta la Sibilla…”.

Nel corso dei secoli fino ai giorni nostri sono state stampate molte edizioni del “Guerin Meschino”.  Fra quelle “moderne” ve ne sono due che meritano attenzione, l’edizione Giuseppe Berta, Milano 1841, pagine 440 arricchita da stampe, una delle più complete, dalla quale sono derivate quasi tutte le edizioni successive.

Il nostro Guerino è stato anche protagonista dei fumetti. Vengono realizzati nel 1942 per l’Edizione Alpe Milano 10 albi di grande formato. L’edizione originale è molto rara ed è stata poi ripetuta in forma anastatica.

La  Walt Disney nel 1958 ne fa una parodia  intitolata Paperin Meschino. Divisa in tre puntate, pubblicata nei numeri 197-198-199 di Topolino e ristampata più volte nel 1959,1973,1977,1992, 2006, 2013, 2020.

Le storie di Guerino vengono pubblicate in una ventina di episodi  nel Corriere dei Piccoli, (la prima testata a fumetti dell’editoria italiana) nel 1959 e 1968. Ne prenderà il nome il giornale satirico Il Guerin Meschinoperiodico illustrato fondato a Milano nel  1882  e pubblicato fino al 1950. Lo stesso per il periodico Il Guerin Sportivo”, mensile di attualità, cultura e politica sportiva, è la pubblicazione sportiva più longeva del mondo,  in edicola dal 1912.

La Oro Film produrrà nel 1951 l’unico film che è stato girato sull’argomento, con il titolo “Le meravigliose avventure di Guerrin Meschino”, diretto da Pietro Francisci, interpretato da Gino Leurini -“Guerrino,”  Leonora Ruffo – “Elisenda”, distribuito nelle sale cinematografiche italiane il 13 febbraio del 1952.

Il romanzo è di sicuro uno dei libri che ha avuto più ristampe nella storia dell’editoria, un racconto che ha ispirato poemi, opere teatrali, spettacoli di burattini e che ha fatto sognare intere generazioni di ragazzi. Compagno di viaggio dei pastori nelle lunghe giornate trascorse sui monti, le gesta dell’eroe sono state recitate dai cantastorie nelle piazze e tema di racconti nelle serate d’inverno passate  intorno al fuoco dal popolo dei monti Sibillini.

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