Protagonisti delle vette
Giacomo Leopardi e i suoi “monti azzurri”
Poesia e leggende di montagna nell'opera dell'artista di Recanati
La natura enigmatica e incontaminata dei Monti Sibillini ha affascinato per secoli letterati e personaggi illustri che, nel corso del tempo, si sono dedicati con animo e passione alla contemplazione e all’esplorazione di questi luoghi magici, antica dimora di storie incredibili.
Cover foto di Alessandro Annesi
I “monti azzurri”. É così che Giacomo Leopardi chiama i misteriosi ed evocativi Monti Sibillini nella sua celebre poesia Le Ricordanze, composta nel 1829.
Il poeta di Recanati, nei lunghi anni trascorsi nel borgo natale, era solito osservare dalla sua finestra l’Appennino umbro-marchigiano: montagne intangibili, eteree, quasi disegnate ma così distanti da dissolversi all’orizzonte nel cielo azzurro sopra di esse.
Leopardi, in questi brevi, ma intensi versi, celebra la spettacolarità e la suggestione dei magici Monti Sibillini che, sfocati in lontananza, celavano alla sua vista “arcani mondi” e riempivano la sua mente di “pensieri immensi” e “dolci sogni”.
Il poeta marchigiano ha trascorso la sua vita a confrontarsi costantemente con il complesso concetto di infinito spaziale e temporale. Un’ossessione ispirata in gioventù forse proprio dal variopinto panorama incorniciato dalla sua finestra e da quelle cime vaghe all’orizzonte che celavano alla vista l’immensità di quel paesaggio.
« …E che pensieri immensi, che dolci sogni mi ispirò la vista di quel lontano mar, quei monti azzurri, che di qua scopro, e che varcare un giorno io mi pensava, arcani mondi, arcana felicità fingendo al viver mio! »
Nelle sue opere, il giovane Leopardi celebra questo paesaggio evocativo e lo eleva a luogo di contemplazione malinconica e simbolo di proiezione dei propri stati d’animo. É profondo infatti il legame tra il poeta recanatese e i “Monti Azzurri”. Molti dei suoi scritti autografi sono stati conservati per decenni a Visso, una cittadina marchigiana nel cuore dei Monti Sibillini, fortemente colpita dal tragico sisma del 2016.
Il piccolo Museo permanente dedicato ai manoscritti leopardiani è attualmente in fase di ricostruzione e sarà presto pronto ad accogliere nuovamente gli scritti del poeta. All’interno della collezione vissana sono presenti cinque sonetti, un commento con le correzioni alle “Rime” del Petrarca, quattordici lettere indirizzate all’editore milanese Antonio Fortunato Stella e i sei Idilli, tra cui “La sera del giorno festivo”, “Lo spavento notturno”, “Il Sogno”, “La via solitaria”, “La Ricordanza (Alla Luna)” e una delle due copie autografate del celebre “Infinito”.
Se sei un poeta o scrittore ispirato dai Monti Sibillini, condividi con noi i tuoi testi e poesie scrivendoci a info@magicmountains.it