Protagonisti delle vette

Colsalvatico, detto il Mago

Il Poeta marchigiano che cercò la Sibilla

Cercare la Sibilla è un’espressione ancora oggi in uso nel dialetto toscano, che vuol dire “cercare qualcosa di inafferrabile”.

Questa ricerca è proprio alla base della storia di alcuni esploratori dei Monti Sibillini, tutti colpiti dalla febbre del mito.

Sono stati intellettuali, archeologi, speleologi, alpinisti, ognuno di loro, tra curiosità ed ossessione è giunto su questi Monti, intenzionato a trovare una prova della verità delle leggende e dell’esistenza della famigerata grotta, che qui sarebbe nascosta.

Cover foto di Stefano Ciocchetti 

Le ricerche Archeologiche della Grotta della Sibilla tra ‘800 e ‘900 sono state numerose e sono davvero affascinanti i diversi tentativi di esplorazione della Grotta di questi uomini quasi sempre non archeologi di professione.

Tra questi ricordiamo: Tullio “Colsalvatico”.

Era un poeta marchigiano, un filantropo, favorì l’apertura di quattordici biblioteche, un militante della lotta partigiana che si svolse sull’Appennino Umbro-Marchigiano in favore di sbandati, profughi, partigiani, ebrei.

Era un grande amante della sua terra e naturalmente fu affascinato dal mito sibillino al punto da impegnarsi in faticose ricerche sulla cima del Monte Sibilla:

«Nitida si scorge la corona della Maga Sibilla, l’incantatrice di Guerrino il Meschino, che affascinò tutti i filologi d’Europa e che ispirò Heine e Wagner. La maga Sibilla è una realtà quotidiana; il Guerin Meschino è il primo personaggio che incontri o il primo che senti nominare; la fonte a cui ti disseti porta il suo nome, le strade ove cammini furono tracciate dagli agili piedi delle fate, vibranti ancora della danza con i pastori, prima che all’alba venissero cambiati in biforcute unghie di capra».

Nell’estate del 1946 “Il Colsalvatico” si impegnò, da solo, in un tentativo di scavo, interrotto però immediatamente dalla Soprintendenza per (l’infondato pare) sospetto dell’utilizzo di esplosivo per allargare la cavità. Narrava, da grande affabulatore qual’era, del ritrovamento di scalini di ingresso.

“Vi passò lunghe giornate di lavoro nel pieno fervore estivo. Saliva alla grotta con un asinello carico di attrezzi e di viveri, e quindi iniziava l’aspra fatica, curvo sulla grotta enimmatica dal muso di sfinge, mentre il sole gagliardo dardeggiava il suo capo scoperto e, più a valle, qualche cacciatore sparava fragorosamente alla selvaggina montana, facendo credere ad altri che la grotta franasse sotto gli scoppi della dinamite”.

Giuseppe Santarelli - Le leggende dei monti Sibillini.

Al di là se usò o meno la dinamite, l'inadeguatezza dei mezzi tecnicamente non idonei andò a peggiorare l'ostruzione della cavità aggiungendo detriti a detriti.

Fernand Desonay, linguista e accademico belga che si occupò dei Sibillini per molti anni scrisse: «Il 1° luglio 1953 – data che non potrà essere dimenticata nella storia di questi scavi – una ventina di persone, con alla testa il Dott. Annibaldi, raggiunsero la cima e quindi l’entrata della grotta. Era in uno stato deplorevolissimo. Ed è inutile che io dica che del cunicolo fatto nel 1930, non esisteva più neppure il più piccolo indizio.
Quello sconvolgimento di terra e di massi, operato in dubbiamente dal Colsalvatico (il Prof. Tullio Colsalvatico vi aveva praticato un notevole scavo nel 1946, ma poiché usava le mine, la Soprintendenza di Ancona gli aveva fatto sospendere i lavori)».

Le indagini che Il Colsalvatico e altri uomini del suo tempo hanno compiuto, testimoniano l’attrazione enigmatica per il mito (che continua anche oggi!) ma spesso hanno portato a risultati negativi; l’utilizzo di mezzi inadeguati o impropri (addirittura forse con l’uso della dinamite), scavi non autorizzati ufficialmente, resoconti parziali e fantasiosi, hanno avuto l’effetto non solo di deturpare un sito naturale e culturale, ma di nascondere e allontanare il vero senso di questo luogo che forse non vuole né deve essere svelato.

Magic Mountains vuole sottolineare l’importanza del rispetto e la tutela della montagna e del Parco Nazionale. Solo in questo modo i Sibillini possono diventare il futuro e una risorsa importante per la ripresa economica delle aree terremotate. 

Magic Mountains è un progetto divulgativo per scoprire la magia dei Monti Sibillini e il suo ricco patrimonio culturale, fonte inesauribile di storie, miti e leggende entusiasmanti. Se sei un esperto di questi temi, condividi con noi la tua storia scrivendoci a info@magicmountains.it