Miti e Leggende
Le formazioni glaciali sui Monti Sibillini
Il lago di Pilato e le gole dell'Infernaccio: moltissimi studiosi e appassionati, per secoli, si sono avventurati tra le montagne alla ricerca di questi scorci magici.
Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, circondati dai più alti massicci della maestosa catena appenninica umbro-marchigiana, sono racchiusi il leggendario lago di Pilato, uno dei luoghi più straordinari e affascinanti del territorio e le incantevoli gole dell’Infernaccio, delle profonde valli rocciose modellate dall’attività erosiva delle acque del fiume Tenna. I miti, la storia e le leggende su questi posti unici hanno attratto moltissimi studiosi e appassionati che, per secoli, si sono avventurati tra le montagne alla ricerca di questi scorci magici.
Il mitico specchio d’acqua di tipo alpino è custodito, tra pareti impervie, in una stretta e suggestiva vallata alle pendici del Monte Vettore, nel territorio di Montemonaco, ed è uno dei pochi dell’Appennino e l’unico naturale delle Marche. Il Lago di Pilato giace infatti in una conca, un circo di origine glaciale formata dallo sbarramento creato dai resti di un’antica morena, un accumulo di detriti rocciosi trasportati da un ghiacciaio. L’ultimo modellamento di questa valle glaciale risale all’epoca geologica del Pleistocene Superiore, vale a dire da 125.000 a 10.000 anni fa.
Cover foto di Federico Papi
Il Lago di Pilato è spesso chiamato anche “Lago con gli occhiali” a causa della forma di occhi dei suoi invasi complementari, comunicanti solo nei periodi in cui l’afflusso d’acqua è maggiore. La portata d’acqua infatti dipende principalmente dalla distribuzione delle precipitazioni e dallo scioglimento delle nevi, che ne ghiacciano la superficie fino all’inizio dell’estate. Nel 1990, durante un periodo di estrema siccità, è stato possibile misurare la profondità degli invasi, pari a circa 8-9 metri. È stata anche rilevata sul fondo la presenza di inghiottitoi che, attraverso canali carsici sotterranei, comunicano con le sorgenti del fiume Aso.
Le sue mistiche acque sono inoltre dimora di un singolare crostaceo endemico del lago, il Chirocefalo dei Marchesoni: un esemplare di colore rosso e di piccole dimensioni, la cui peculiarità è nuotare con il ventre rivolto verso l’alto. In questa zona è stata individuata anche una particolare specie di coleotteri acquatici di colore nero e di origine boreo-alpina, chiamati Ditiscidi. Negli ultimi anni, il notevole abbassamento del livello delle acque del lago (causato dai cambiamenti climatici e dall’aumento delle infiltrazioni nel terreno dovuto al sisma del 2016) ha allarmato l’Ente del Parco Nazionale che si è trovato costretto a imporre il divieto ai visitatori di avvicinarsi alle sponde o calpestarne la superficie. Condizioni necessarie per garantire la sopravvivenza del rarissimo Chirocefalo che vive esclusivamente in queste acque.
La suggestiva posizione del lago, all’ombra minacciosa del Vettore, ha fortemente influenzato la collocazione dello specchio d’acqua nell’immaginario collettivo. Le storie e le leggende legate al territorio collocano sulle sue rive la morte di Ponzio Pilato, colpevole della crocifissione di Cristo e lo identificano come terreno di sacrifici in favore di Ercole per opera dei pastori italici. Nel cinquecento, lo storico e teologo Leandro degli Alberti ha contribuito alla sua fama di “lago maledetto” definendolo “dimora di diavoli che rispondono se interrogati”.
In questo territorio rupestre di natura essenzialmente calcarea, è quindi possibile osservare l’azione modellante esercitata dal fenomeno carsico e dalla morfologia dei depositi glaciali sia nei circhi glaciali, le tracce lasciate dai ghiacciai quaternari, che nelle valli dalla tipica forma ad “u” plasmate dalle morene delle lingue glaciali.
Nei pressi del comune di Montefortino, è possibile ammirare un altro sito di origine glaciale. Risalendo il fiume Tenna, tra le straordinarie Gole dell’Infernaccio, si incontra infatti la vallata glaciale di Capotenna. Nell’antica conca, sovrastata a nord dalla cima sud del Monte Bove e a sud dal Monte Cannafusto, giungono altre due vallate (Vallelunga e Valle Orteccia) e si estendono i verdi Prati di Sant’Antonio, un ampio terreno nel quale vengono raccolte dai monti circostanti tutte le venature d’acqua che confluiscono poi nelle ricca sorgente del Tenna.
L’Infernaccio, meta popolare di escursionisti e appassionati, è un percorso unico e affascinante, scavato dal potere erosivo dell’acqua tra i rocciosi versanti del Monte Sibilla e del Monte Priore. Il fiume Tenna, incorniciato dalle pareti di roccia calcarea dei massicci circostanti, scorre indisturbato per alcuni chilometri all’interno delle gole naturali per poi attraversare, nei tratti più ampi, ampie vallate e incantevoli boschi di faggi. L’incontaminato e spettacolare ambiente fluviale delle Gole dell’Infernaccio è inoltre custode di ciò che resta dell’Eremo di San Leonardo al Volubrio, quasi interamente distrutto dal terremoto del 2016. La presenza di questo antico monastero ha trasformato questo luogo magico in una meta spirituale, visitata ogni anno da un gran numero di pellegrini.
Il Lago di Pilato e le Gole dell’Infernaccio sono luoghi antichi e suggestivi che hanno ispirato racconti incredibili per migliaia di anni. Se sei un appassionato conoscitore di questi luoghi e della loro storia, condividi con noi le tue conoscenze e le tue esperienze scrivendo a info@magicmountains.it