Miti e Leggende
Il Pian Grande: dall’antico lago preistorico al colorato pianoro di Castelluccio di Norcia
Uno dei paesaggi più colorati, amati e visitati dei Monti Sibillini, famoso per la fioritura di fiordalisi, margherite, papaveri e le lenticchie, ma sapete come ha avuto origine il Pian Grande?
Nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, circondata da dolci colline ondulate, è custodita la natura suggestiva e incontaminata del Pian Grande di Castelluccio di Norcia: uno dei paesaggi più colorati, amati e visitati del territorio, soprattutto nei mesi caldi, quando si tinge di mille sfumature per la fioritura di fiordalisi, margherite, papaveri e le famose lenticchie di Castelluccio.
Cover foto di Flavio Tacconi
Il più vasto e spettacolare dei tre pianori che costituiscono la Conca di Castelluccio (Pian Grande, Pian Piccolo e Pian Perduto) è il residuo di un antico lago preistorico e si estende, con i suoi 7 km di lunghezza e 3 km di larghezza, sul versante umbro al confine con le Marche ad un’altitudine tra i 1252 e 1300 m.
A causa della natura carsica del terreno circostante, il lago primitivo che un tempo caratterizzava questo scorcio si è lentamente “svuotato” ma le sue acque piovane, ancora oggi, dopo centinaia di anni, continuano a confluire nel cosiddetto “fosso dei Mergani”: un piccolo corso d’acqua che all’apparenza sembra alimentato da una fonte ma che in realtà è una dolina, vale a dire una conca chiusa dalla forma a venatura. Le acque di questo antico lago perduto scorrono quindi lungo il versante umbro per poi riemergere, tramite il cosiddetto “inghiottitoio” (una fenditura profonda circa 20 m), quasi un chilometro più in basso, nelle vicinanze di Castelluccio di Norcia.
La potenza visiva e il fascino magnetico della natura dei Monti Sibillini sono infatti il risultato del naturale mutamento del territorio dato dalla sua origine carsica. Il carsismo è un’attività chimica esercitata dall’acqua sullo strato roccioso che determina la formazione di una particolare tipologia di suolo, caratterizzata da rocce calcaree, doline, avvallamenti, inghiottitoi, altipiani e infiltrazioni diffuse nel sottosuolo.
Nel corso delle ultime centinaia di migliaia di anni, gli agenti atmosferici e lo scioglimento dei ghiacciai hanno plasmato il magico paesaggio carsico dei Monti Sibillini. L’acqua ha favorito la creazione di grotte misteriose e maestosi massicci, ma anche trincee e piccole fratture superficiali, riattivate di recente dal potente sisma del 2016. La formazione geologica della dorsale dell’Appennino Centrale è dunque il risultato della collisione tra le due grandi zolle Euroasiatica e Africana che ha prodotto un sistema a grandi pieghe rovesciate verso l’Adriatico ed una zona distensiva sul versante Tirrenico. Le piane intramontane come il Pian Grande di Castelluccio di Norcia si sono quindi formate nei complessi sistemi di faglie e fratture dislocati nella parte distensiva di questa superficie geologica fortemente deformata. Ancora oggi non è difficile individuare alcune delle faglie rocciose presenti in questa area: ad esempio osservando dal pianoro il grande rilievo a est si distingue con chiarezza alla base dello Scoglio dell’Aquila il cosiddetto “Cordone del Vettore”, la grande cicatrice che taglia la montagna.
Il magico territorio carsico dei Monti Sibillini offre ai visitatori un panorama unico e senza tempo ma alcuni eventi naturali, come il drammatico terremoto del 2016, hanno modificato alcuni dei suoi scorci. Se sei un geologo esperto di questo territorio o un fotografo appassionato che ha immortalato il prima e il dopo del paesaggio dei Sibillini condividi con noi le tue esperienze e i tuoi scatti a info@magicmountains.it