Protagonisti delle vette
Discover Sibillini, intervista al founder Lorenzo Mattiacci
Discover Sibillini è la prima community degli igers appassionati dei Monti Sibillini.
L’atmosfera mistica e primordiale del Parco Nazionale dei Monti Sibillini ha attratto per secoli letterati, scienziati, curiosi e avventurieri, ammaliati dalla sua bellezza e dai suoi misteri: un incantesimo che, ancora oggi, non ha smesso di irretire il desiderio di scoperta di giovani igers e appassionati, guidati dal fascino di antiche leggende e dalla suggestione di incantevoli scorci senza tempo.
Nel 2019, da un’idea del marchigiano Lorenzo Mattiacci, nasce la community di appassionati Discover Sibillini, uno spazio virtuale dove incontrarsi, conoscersi, condividere le proprie foto e confrontarsi sui percorsi e sulle ricchezze di questo meraviglioso territorio al confine tra Umbria e Marche.
Ad oggi, Discover Sibillini è tra le community più attive ed influenti del territorio, con un totale di oltre 40mila follower sulle piattaforme social (Instagram e Facebook) e diverse collaborazioni con il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e con attività commerciali del luogo.
Il Team di Magic Mountains ha avuto l’opportunità di parlarne con il founder Lorenzo Mattiacci.
Un paio d’anni fa hai dato vita alla community di appassionati Discover Sibillini. Come nasce l’idea?
Sì, ammetto che è stata un’idea un po’ pazza. È nata ispirandomi alla montagna stessa, alla condivisione che in genere si fa quando ci si incontra in un rifugio alla fine o all’inizio di una escursione. Si chiede agli altri appassionati dove vanno, dove sono stati, si mostrano delle foto e ci si scambia consigli, idee, indirizzi, avvisi etc etc. È nata quindi ispirandomi proprio a questa idea di condivisione. Qualcosa di molto importante, considerando che oggi condividere le proprie esperienze diventa quasi automatico. Pensando proprio a questa condivisione, naturale tra gli appassionati di montagna, ho pensato che si scoprono nuovi posti, nuovi itinerari che anche chi abita sui monti da anni non conosce, dunque scoprire i Sibillini. Discover Sibillini, come un monito, un suggerimento, un’idea!
I monti Sibillini sono da sempre stati meta di studiosi, avventurieri, scrittori, negromanti. Anche oggi tantissimi sono gli appassionati che ogni giorno/ogni weekend vengono su questi monti, come attratti da qualcosa di magico. Secondo te e secondo la community che rappresenti, qual è l’origine di questa energia? Che cosa cerca e cosa trova chi decide di scalare queste montagne? È la meraviglia del suo paesaggio o il fascino senza tempo dei miti e delle leggende che la animano da secoli?
Credo tutto insieme! È quel brivido di un incontro con un animale selvatico (che sia una arvicola o un’aquila). L’atto sportivo, perché no. La volontà di sfidarsi e di raggiungere un’altra vetta, un’altra valle. Quella pace delle vette, di camminare in una foresta ascoltando gli animali ed il fiume misto a quel substrato palpabile di mistero di briganti, leggende, storie di quotidianità legate ai nomi del posto che fanno dei Sibillini un luogo davvero unico.
Ci racconti qualche storia di igers/fotografo appassionato che non può fare a meno dei Sibillini?
Ne conosco almeno una trentina! C’è chi viene da molto lontano e scappa in montagna ogni volta che può (infrasettimanale, che non so come fa…) Chi fa tutto – climbing, bouldering, telemark, ciaspole, escursioni in bike e a piedi – chi invece si è specializzato solo in bike per esempio e conosce tutti i sassi della zona e valuta quanto potrebbe essere più “cool” un percorso. C’è chi si è innamorato così tanto della montagna che ha deciso di investirci diventando guida (e ne conosco tanti). Non dimentichiamo i resistenti della zona, del territorio, che sono quelli più da ammirare. Magari fanno meno “buzz” online ma sono i più coraggiosi e, talvolta, dimenticati.
Quanto è cambiato il territorio dopo il terremoto?
In realtà la zona stava già soffrendo a causa dell’abbandono di una parte degli antichi borghi, dei centri storici… il terremoto ha accelerato tutto questo. I resistenti non hanno potuto fare altro che andarsene una volta che il loro mondo è crollato. Si guarda ora come a “prima” quando c’erano più opportunità, più vita ed al “dopo” in cui queste opportunità sono comunque diminuite parecchio. Tra gli escursionisti si ricorda come ci si ritrovasse tutti insieme al rifugio, di come si procedesse lungo un certo sentiero o di come era bella la chiesa…un passato che ancora è nella memoria di tutti quando si fa un gesto di rassegnazione. C’è gente che vive ancora nel terremoto, nell’incertezza di fare un investimento, comprare una nuova casa, avviare una nuova attività commerciale…in qualche modo il progetto Discover è anche cercare di scoprire queste realtà e dar loro voce.
L’effetto Instagram anche grazie alla nascita della community di Discover sta dando i suoi risultati, portando i Sibillini ad avere sempre più visibilità, quali sono le sfide per il futuro? Che tipo di turismo può e deve svilupparsi in questi luoghi?
L’ambiente montano di per sé è già molto fragile e non può supportare flussi massivi di turisti. Una community potrebbe (e qui sta la più grande sfida) dimostrare che il turismo non deve concentrarsi solo in certe parti del parco e solo in certi periodi dell’anno, ma cercare di spostare sia le mete, sia trovare nuove attività da proporre nei mesi di minore frequentazione. Posso pensare a dei percorsi di forest bathing (che il parco ha recentemente realizzato) che già portano ad un turismo più sostenibile e più lento. Posso pensare ad un turismo legato ai piccoli borghi del territorio ed ai loro prodotti tipici magari in mountain bike. Posso pensare ad escursioni in zone meno conosciute per sentieri appena riscoperti o ripuliti (come fanno i ragazzi di Arquata Potest, per esempio). Tutto questo è turismo sostenibile. È chiaro che i picchi di turisti ci saranno comunque ma si dovrebbero convogliare le risorse verso lo sviluppo di una destagionalizzazione che permetta alla montagna di lavorare sempre.
Di che aiuto hanno bisogno i giovani del territorio per rendere sostenibile una vita professionale sui Monti Sibillini?
Tra i più evidenti, visibilità ed aiuti economici e operativi alla partenza. Conosco le storie di parecchi amanti della montagna che sognano di diventare guida o di aprire un’attività ricettiva o di aprire una attività innovativa (addirittura c’è di chi mi ha parlato di un coworking in un borgo per professionisti del digitale!). Appunto idee innovative di piccola scala che andrebbero e dovrebbero essere valorizzate e lanciate. E spero davvero che Discover riesca a fare la differenza in questo.
Quali consigli daresti a chi si avventura per la prima volta nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini?
Innanzitutto pensare alla sicurezza, per quanto possa essere bello un panorama non vale mai la pena rischiare la vita. Andare preparati fisicamente, con un’attrezzatura adeguata è il minimo, altrimenti meglio non partire proprio. Esplicitando – buone scarpe da trekking e bastoncini, altrimenti niente Sibillini (ne ho viste troppe di cose assurde nel corso degli anni). Una volta attrezzati, direi di dare un’occhiata a tutti i versanti del Parco per capirne la bellezza della diversità dei vari ambienti ed affidarsi ad uno dei professionisti della montagna che scelgono gli itinerari e sono sempre capaci di dare quel qualcosa in più che un’avventura con amici magari non può dare. Tuttavia, una volta diventati esperti della zona, decidere un itinerario con un gruppo di amici e partire, magari in notturna. L’alba in vetta è una emozione unica…e poi, perché no, decidere di fare qualche giro in bike!
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